sabato 7 aprile 2012

PER I LICENZIATI NON CI SARA’ LO SCIVOLO. SOLO IL CALCINCULO. (Di Dario Vergassola)

Nei giorni scorsi, il governo ha presentato la riforma del lavoro, scatenando la reazione dei sindacati e, seppure un po' in ritardo, quella del Pd. Bersani irritato con l'esecutivo, infatti, ha dichiarato: "I patti non erano questi". Pare che il governo abbia ignorato completamente le sue indicazioni, manco fossero alle primarie del Pd. Alfano, però, ha subito replicato a Bersani, appoggiando il governo, e dicendo: "No a una riforma al ribasso". Per intenderci una tipo: da Pci a Pds a Ds a Pd... In segno di protesta contro la modifica dell'articolo 18, la Cgil dal canto suo ha proclamato 16 ore di sciopero. Per due giorni, quindi, i lavoratori si asterranno dall'essere licenziati. Ma sulla questione dell'articolo 18 c'è anche chi si augura che si vada verso il modello tedesco. Cioè, in caso di licenziamento, gli operai della Fiat saranno riassunti dalla Volkswagen. Mario Monti e Elsa Fornero, intanto, tengono duro e difendono le scelte fatte illustrando orgogliosi la loro riforma punto per punto. Vediamone alcuni: Basta allo stage gratuito in azienda. Chi vuole caffè e fotocopie, le dovrà pagare. Il contratto a tempo indeterminato sarà dominante. Mentre l'operaio continuerà ad essere slave. L'articolo 18 non riguarderà gli statali. Che quindi potranno continuare ad essere assunti senza giusta causa. Per chi viene licenziato non ci sarà più lo scivolo. Solo altalena e soprattutto calcinculo. Tutto ciò che è previsto oggi dai vari tipi di ammortizzatori sociali dovrebbe confluire in una sorta di Inail per la disoccupazione universale. Compresa quindi quella di Yoda, Leila e Obi-Wan Kenobi: "Che la cassa sia con te!". Per i contratti a progetto, o i vecchi co.co.co., ci saranno più paletti. Inutile specificare dove li infileranno. Il presidente Monti si era raccomandato con la Fornero e con gli altri membri del governo che la riforma fosse pronta prima del suo viaggio in Cina. Sarebbe stato troppo complicato spiegare ai cinesi cosa sono i diritti dei lavoratori. A ogni modo il premier ha ribadito che dovrà essere il Parlamento a dire l'ultima parola sulla riforma del lavoro. Che, detto fra noi, è come se a me dessero l'ultima parola a un convegno di sex symbol. Infine, a rassicurare tutti, è arrivato anche Giorgio Napolitano, che ha difeso l'operato del governo e ha dichiarato: "Non credo che ci sarà una valanga di licenziamenti". E, anche se fosse, a lui che gli importa? Le valanghe i danni li fanno a valle mica sul Colle.

Nessun commento:

Posta